Chi era Lorenzo de’ Medici

Potremmo definire in breve chi era Lorenzo de Medici descrivendolo come un grande mecenate, intellettuale, scrittore, poeta, umanista fiorentino oltre che preminente statista del Rinascimento. Per l’esattezza “Lorenzo di Piero de’ Medici”, definito il Magnifico, è colui che governa la sua amata Firenze nella seconda metà del XV secolo.

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Biografia Lorenzo de’ Medici

Lorenzo nasce a Firenze il 1° gennaio 1449 e muore a Careggi l’8 aprile 1492.

Fin da ragazzo riceve un’eccellente educazione in campo umanistico e inizia a comporre poemi, poesie e novelle.  Passione che, come vedremo, lo accompagnerà per tutta la vita. Più tardi arriverà a scrivere anche opere filosofiche e teologiche.

Già nell’adolescenza accompagna il padre, Piero di Cosimo de’ Medici, nei suoi impegni pubblici. Così il giovane inizia a farsi esperienza nel mondo politico svolgendo alcuni incarichi diplomatici in città come Milano, Roma, Genova, Napoli e Palermo.

A vent’anni sposa Clarice Orsini, nobile romana scelta con molto impegno e dedizione dalla madre di Lorenzo, Lucrezia Tornabuoni. Questo matrimonio permette infatti alla famiglia de’ Medici di entrare nel mondo aristocratico.

Poco dopo il matrimonio, Lorenzo affronta la perdita del padre e diviene signore di Firenze insieme al fratello più piccolo, Giuliano di Piero de’ Medici.

La priorità per lui diventa concentrarsi sul governo di Firenze assicurandosi il favore e il sostegno delle famiglie più potenti e autorevoli della città e allo stesso tempo occuparsi delle istituzioni repubblicane.

Congiura dei Pazzi: come si salvò Lorenzo

Tutto procede tranquillamente fino al 1478 quando una delle potenti famiglie rivali, organizza una congiura che riesce a togliere la vita a Giuliano de medici, il fratello di Lorenzo.

Diviene famosa come la Congiura dei Pazzi, prendendo il nome dalla famiglia che programma il complotto.

L’obiettivo era uccidere i due fratelli Lorenzo e Giuliano, contando sull’appoggio del Papa Sisto IV le cui aspirazioni in ambito territoriale erano state frenate in precedenza dalla famiglia de’ Medici.

Il tutto avviene nella Chiesa di Santa Maria del Fiore, il 26 aprile 1478. Bernardo Bandini e Francesco de Pazzi passano all’azione aggredendo i due giovani fratelli e uccidendo il più piccolo.

Forse ti chiedi sulla Congiura dei Pazzi come si salvò Lorenzo.

La risposta si trova in un bel gesto di amicizia e lealtà. Francesco Nori, importante banchiere dell’epoca, con un gesto eroico si getta davanti a Lorenzo ricevendo una pugnalata al suo posto da Bernardo Bandini. Così muore davanti agli occhi del suo amico che riesce immediatamente a scappare e a ripararsi in sagrestia. Riesce a uscirne a breve comunque, grazie al sostegno del popolo che si muove immediatamente a suo favore.

Tra gli amici che lo proteggono e aiutano a fuggire da questa congiura ci sono anche Angelo Poliziano, poeta e umanista, e Andrea e Lorenzo Cavalcanti, suoi fidati scudieri.

Lorenzo, spinto con certezza anche dalle gravi perdite subite a livello umano, studia una vendetta spietata. La sua ira è rivolta contro la famiglia de’ Pazzi, l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, che organizzò parte degli uomini che parteciparono alla congiura, e altri alleati. Molti di questi vengono arrestati e giustiziati in Piazza della Signoria, compresi l’arcivescovo Salviati e Jacopo e Francesco de’ Pazzi.

Dall’ira di Papa Sisto IV al potere incontrastato di Lorenzo

Dopo la reazione di Lorenzo alla Congiura dei Pazzi Firenze è sotto attacco. Papa Sisto IV reagisce con una scomunica a carico del signore di Firenze, sempre a causa del suo desiderio di espandersi territorialmente. Dichiara addirittura guerra a Firenze, contando sul sostegno del re di Napoli, Ferdinando I.

Ma anziché indebolirsi, Lorenzo riesce grazie alle sue doti diplomatiche a spezzare questa unione politica convincendo re Ferdinando ad allontanarsi dallo Stato Pontificio e coalizzarsi con Firenze. L’obiettivo di Lorenzo è raggiunto. Papa Sisto IV è isolato ed è costretto a battere in ritirata.

Una conclusione felice per Lorenzo che acquista sempre più potere in ambito nazionale e allo stesso tempo il favore del popolo.

Anche all’estero la fama di Lorenzo il Magnifico lo precede. Viene stimato e trattato come sovrano ma lui, alla compagnia della monarchia europea, inizia a favorire quella di uomini colti e stimati del calibro di Pico della Mirandola, Poliziano nonché Botticelli e Michelangelo. Così la sua corte diventa un vero e proprio centro culturale. Firenze diventa il fulcro del Rinascimento, al quale il nome di Lorenzo il Magnifico si lega indissolubilmente.

Lorenzo de’ Medici il magnifico: perché questo nome?

Potrebbe sembrare scontata la risposta a questa domanda, dato che Lorenzo il Magnifico si contraddistingue per numerose abilità e capacità su più fronti. I dipinti di epoca rinascimentale ci permettono assolutamente di concludere che non fosse “magnifico” a causa del suo aspetto, anzi.

Ma qual è allora la vera ragione per cui fu definito così?

In realtà “Magnifico” è semplicemente un titolo onorifico che a Firenze veniva dato a chi veniva eletto Gonfaloniere o Priore per l’operato svolto verso lo Stato.

Lorenzo, figlio di Cosimo De’ Medici, non riceve queste onorificenze. Ma le doti non comuni e dedizione per lo sviluppo di ciò che era bello e utile per la società in cui viveva, gli permette di ricevere il titolo “il Magnifico” ad honorem.

Morte di Lorenzo de’ Medici e ripercussioni politiche

Arriviamo infelicemente al 1492, quando a soli 43 anni Lorenzo muore lasciando il potere in eredità al figlio Piero.

Firenze questa volta si ribella e chiede che sia Girolamo Savonarola a detenere la Signoria.

Iniziano periodi bui. Le coalizioni createsi sotto l’attenta cura di Lorenzo si sciolgono e permettono al sovrano francese Carlo VIII di intravedere la possibilità di espandere i propri territori in suolo italiano.

Come è morto Lorenzo de’ Medici?

Non bisogna trascurare di conoscere qualche nozione sullo stato di salute di Lorenzo per apprezzarne ancora di più l’impegno e le energie da lui messe nelle numerose attività svolte, politiche e non solo. Una malattia ereditaria della famiglia Medici, di cui soffriva anche il padre Piero, è la gotta. Trattasi di un disturbo del metabolismo che comporta grande infiammazione e dolore alle articolazioni.

Ma come muore Lorenzo il Magnifico? In realtà ciò che causa la morte è una complicazione della malattia, un’ulcera non ben curata si trasforma in cancrena accelerando il deterioramento fisico.

Prima di spegnersi Lorenzo fa il possibile per informare il figlio su come procedere con il suo piano politico e strategico ma la morte sopraggiunge lasciandolo inerme. Al suo fianco fono all’ultimo ritroviamo i suoi amici più cari e Girolamo Savonarola, predicatore più volte ammonito dallo stesso Lorenzo il magnifico.

Cronache rosa dal rinascimento: la famiglia di Lorenzo de’ Medici

I Medici sono una famiglia di mercanti e banchieri molto facoltosa che governa la città di Firenze. Al di là delle attività di tipo contabile, l’intera famiglia si distingue per avere una grande vena artistica.

Lorenzo de Medici nasce da Piero di Cosimo de’ Medici, uomo intelligente e appassionato di arte e cultura. Ma nonostante la sua determinazione e l’energia che impiega durante cinque anni di governo, risente notevolmente di alcuni problemi di salute che ne limitano l’operato. Viene denominato infatti Piero il Gottoso. Infelicemente l’infermità fisica di cui soffre, la gotta, diviene parte del soprannome con cui lo conosciamo oggi.

Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il magnifico, è una poetessa dalle grandi doti persuasive e questo emerge soprattutto in ambito familiare. Lo capiamo da alcune lettere da lei scritte e pervenute ai nostri giorni, in cui descrive pregi e difetti della futura nuora al figlio Lorenzo. L’obiettivo è convincerlo a sposare la giovane aristocratica.

Quindi fu proprio lei a scegliere la moglie per il figlio, Clarice Orsini, che oltre ad essere una donna nobile possiede una parentela molto vicina alla curia papale. Questa astuta strategia permette alla famiglia di raggiungere un notevole prestigio. Ma non solo, agevola nel corso di lunghi anni la carriera ecclesiastica di diversi Medici.

Lorenzo de’ Medici e Clarice Orsini: il matrimonio

Il 4 giugno 1469 si celebra il matrimonio in pompa magna tra Lorenzo e Clarice.

La festa dura per ben tre giorni e Lucrezia, dall’alto della balconata di palazzo Medici, ne dirige e controlla l’organizzazione.

Ma Clarice viene descritta come una giovane timida e sommessa. Chissà se avrà gradito.

L’unione tra i due sposi si consolida e la famiglia cresce. Infatti i figli di Lorenzo il Magnifico arrivano ad essere dieci e diversi di loro scrivono un pezzo di storia importante sia per la città di Firenze che per il Rinascimento.

Per citarne uno, Giovanni di Lorenzo de’ Medici, dopo ventun anni di cardinalato, diventa papa Leone X. Parliamo di colui che scomunicò Martin Lutero e che impose l’uso del latino. Questo per evitare che le persone del popolo potessero interpretare la Bibbia e seguire le riforme di Lutero, Zwingli e Calvino.

Lorenzo de’ Medici opere

Il giovane De’ Medici si distingue per la sua eccellente capacità di scrittura godendo dell’influenza del Pulci e del Poliziano. Ancora una volta emerge l’amore per la sua città Firenze mettendo in luce i suoi gusti, umori, sensibilità, virtù e bellezze naturali.

Se da una parte si concentra sulla letteratura volgare e più popolare, dall’altra include opere dal tono religioso. Per quest’ultime seguendo in parte e a tratti le indicazioni e le riforme del Savonarola. Quindi le opere di Lorenzo il Magnifico si muovono liberamente tra il sacro e il profano nonché tra stili differenti.

Tra le prime opere di Lorenzo, che prendono spunto anche dalle novelle del Boccaccio, troviamo Corinto, Nencia da Barberino, La Novella di Giacoppo e La Novella di Ginevra, Beoni (altrimenti detto Simposio), La Caccia col falcone.

Lorenzo de Medici Opere: seconda fase

Una seconda fase letteraria è caratterizzata da un’influenza neoplatonica quindi lo stile si fa più serio e di nicchia.

Alcuni tra i sonetti e testi poetici più conosciuti e apprezzati sono De summo bono, Capitoli e Laude, Il comento sopra i miei sonetti, Selve d’amore e Raccolta aragonese.Anche gli ultimi anni della vita di Lorenzo il Magnifico sono caratterizzati dalla scrittura di testi e poesie.  Il testo di alcuni di questi è legato a tradizioni e festività pagane, come Canti Carnevaleschi.  Altri sono più ispirati alla sfera religiosa, come Sacra rappresentazione di Santi Giovanni e Paolo, contaminati comunque da alcune dritte filo politiche per suo figlio e successore, Piero di Lorenzo de’ Medici.

Ecco alcuni libri sulla biografia e opere di Lorenzo de medici.