Al giorno d’oggi l’uso di acronimi è molto frequente, ma in quest’articolo ci soffermeremo su DSA. Di solito troviamo questa sigla quando si parla di bambini e di scuola, molti si chiedono cos’è la DSA, pensando che sia una malattia, ma non è così. Vediamo un po’ più in dettaglio di che cosa stiamo parlando.
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DSA: cos’è
Il significato di questo acronimo è Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Molti pensano che sia una malattia, infatti molto spesso si chiedono “cosa vuole dire bambini affetti da DSA” e altri pensano che sia un ritardo mentale, ma non è nemmeno così. È definito disturbo per l’interferenza che crea nella vita del soggetto, maggiormente nell’ambito scolastico. Per di più questa caratteristica ha un origine neurobiologica e quindi, pur modificandosi, permane tutta la vita. È descritto come specifico perché riguarda una o solo alcune abilità di base particolari, lasciando intatte tutte le altre. Anzi è da sottolineare che per poter fare una diagnosi di dislessia, il clinico deve innanzitutto stabilire che il quoziente d’intelligenza sia nella norma. Infine riguarda l’apprendimento, perché le aree che possono essere coinvolte in questo tipo di disturbo sono la lettura, la scrittura e il calcolo, tutte funzioni necessarie per imparare.
Come riconoscere un disturbo di apprendimento
Di solito si manifesta al momento dell’acquisizione di queste abilità. Durante la prima, seconda e terza elementare via via possono emergere le difficoltà. Alcuni pensano “un disturbo dsa cos’è, solo una difficoltà”, ma è importante evidenziare la differenza tra la difficoltà e il disturbo. Il disturbo sarà resistente a tutte le azioni volte al rafforzamento dell’abilità anche nel tempo. Per quanto riguarda la lettura, si possono riscontrare problemi sia nella velocità che nella correttezza del testo letto, in qual caso si può sospettare la dislessia. Quando si notano particolari problemi nella presa della penna, nella gestione del tratto grafico o del foglio potrebbe essere un indice di disgrafia. La disortografia invece riguarda la correttezza del testo scritto. Mentre la discalculia si manifesta con da una parte difficoltà nella discriminazione delle quantità e dei numeri e dall’altra nei calcoli di base.
Tuttavia è da notare che già alla scuola materna possono emergere dei segni predittivi, come per esempio le difficoltà di linguaggio o di manualità fine. In questi casi richiedere una valutazione da un clinico (psicologo, neuropsichiatra o logopedista) può fare molta differenza. È vero che non sarà possibile fare una diagnosi di DSA, ma una buona riabilitazione è molto vantaggiosa. Infatti può permettere al bambino di raggiungere le tappe di sviluppo necessarie per poter acquisire la lettura più agevolmente. Non farlo, anche in assenza di dislessia, potrebbe rendere questo passaggio molto difficile. Le conseguenze sulla motivazione potrebbero essere pesanti nei confronti della scuola e degli apprendimenti, nonché sulla propria autostima del bambino.
Dobbiamo comunque dire che non è sempre facile individuare i “sintomi di DSA” perché possono facilmente essere confusi con la svogliatezza, l’irrequietezza o l’ansia, per esempio. Questo fatto porta spesso alla diagnosi tardiva di questi disturbi, magari alla scuola secondaria di primo o secondo grado. Nel fare questa discriminazione gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale, ed è quindi indispensabile che abbiano una buona formazione su cosa sono i DSA e soprattutto come si manifestano.
Affrontare i DSA con successo
Quando dei genitori ricevono una diagnosi di questo tipo, in un primo tempo si sentono confortati perché finalmente l’incoerenza tra l’intelligenza del bambino e le sue difficoltà scolastiche acquistano significato. Tuttavia la domanda che sorge loro spontanea e come si cura la dislessia. Come abbiamo detto prima non essendo una malattia, ma una caratteristica, non si può curare. Nondimeno sarà necessario attivarsi in modo che questa peculiarità non comprometta il futuro accademico, nonché personale del bambino.
Oltre a seguire le indicazione dello psicologo sul tipo di riabilitazione da attivare, sarà importante portare la diagnosi a scuola e creare una rete con la scuola e il clinico in modo da collaborare in maniera efficace. La scuola provvederà a stilare un PDP, piano didattico personalizzato, per attuare la didattica adatta per aiutare il piccolo studente a raggiungere gli stessi obiettivi dei suoi compagni. I genitori aiuteranno il bambino nel suo percorso scolastico non solo sostenendolo a livello emotivo, ma aiutandolo anche a sviluppare un metodo di studio adatto. Infine i rispettivi feedback di tutte le figure che ruotano intorno al bambino potranno guidarlo nel affinare i suoi punti di forza e così raggiungere un vero successo formativo. Approfondisci l’argomento su www.dsaok.it.
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